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Celebration: la città Disney

Sapevi che nel 1996 venne edificata una vera e propria città, concepita e creata da Walt Disney in persona?
La città venne chiamata Celebration e sorge nella contea di Osceola, in Florida. Attualmente la città non è più in possesso della Walt Disney Company ma è stata ceduta alla Lexin Capital nel 2004. La città conserva ancora tutte le caratteristiche con la quale è stata progettata ed è attualmente ancora abitata.

Come si presentava la città?

Nel 1966, Walt Disney pubblicò un video di 25 minuti con il quale sponsorizzava la sua idea di città futuristica. La sua città si presentava come un luogo utopico, un parco divertimento sotto forma di città al di fuori della vita reale. Il progetto fu noto anche come “The Florida Project“.
La città si presentava a forma di mezza luna, nella quale c’erano campi da golf, foreste tropicali in miniatura, laghetti con le barche, piscine, strade in perfetto ordine e panchine sistemate sotto alberi tra le cui fronde erano nascosti altoparlanti che trasmettono musica adatta alla stagione, al mattino era trasmesso il cinguettio degli uccelli e in inverno veniva messa neve finta sui tetti e sugli alberi.
Le abitazioni sono state progettate secondo sei diversi stili architettonici: classico, vittoriano, coloniale, costiero, mediterraneo e francese.
Il progetto non prevedeva  un numero eccessivo di abitanti (massimo ventimila unità) per non mettere in crisi l’organizzazione della città e nell’ultimo censimento (fatto nel 2010) la città presentava 7427 abitanti.
Tra l’entusiamo generale, gli abitanti e le case vennero assegnate inizialmente attraverso una lotteria.

La lotteria che assegnò le prime case di Celebration (Fonte foto: Celebration Foundation)


Le strane regole da seguire

Agli abitanti era dato un libro di 160 regole che dovevano essere rispettate, tra queste quella che ogni casa dovesse avere almeno un fumetto di Topolino, la tv non poteva raggiungere un determinato volume, c’era una lista ben precisa di piante che si potevano avere nel giardino, vennero costruite delle “corsie speciali” dietro le case per nascondere la spazzatura e le case dovevano avere colori determinati di tende.

(Fonte foto: Pinterest)


Le scuole

La scuola si chiamava Celebration Teaching Academy e portava avanti un modello educativo definito all’avanguardia: non più classi da 25/30 studenti per un insegnante, ma aule da 80 studenti con 3 educatori. Una mossa che, un anno dopo, fallì: il preside e gran parte del corpo docente si licenziarono, mentre molti genitori ritirarono i propri figli da scuola perché giudicata come una “perdita di tempo” e per le gravi carenze accademiche decisero di trasferirsi altrove.

Celebration Teaching Academy (Fonte foto: rawnarch.com/celebration)


Problemi strutturali

Altro aspetto che mostrò fin da subito segni di cedimento furono proprio le case di Celebration infatti nel 1999 ci furono così tante lamentele sui tetti che perdevano e altri problemi strutturali che fu avviata un’indagine.  È da lì  emerse che almeno 70 case necessitavano di nuovi tetti. Gli appaltatori assunti dalla Disney per costruire le case affermarono che il loro lavoro fu ostacolato dalla rapida inversione di tendenza tra progettazione e costruzione, oltre a dover attenersi alle rigide linee guida di stile della Disney.

(Fonte foto: Pinterest)


Curiosità che non ti aspetti:

Nonostante fossero collegati a Disney World, ai negozi di Celebration era vietato vendere qualsiasi merce Disney!

(Fonte foto: Pinterest)


Cosa ha distrutto la vita utopica di Celebration?

A contatto con la realtà tutte le promesse e le illusioni di Celebration venivano meno. Tra gli scopi della città c’era anche quello della sicurezza perenne, ma non fu così.
Nell’estate del 1998, quattro giovani (secondo la CBS, invece erano tre: Scott Renquin, 35 anni; Dan Nelson, 32 anni; e Roger DesVergnes, 31 anni) in vacanza in Florida scomparvero. I loro corpi furono trovati decomposti nove mesi dopo in uno stagno di Celebration. Secondo le autorità, la causa della morte fu dovuta ad una curva gestita male dal conducente dell’auto noleggiata su cui i ragazzi viaggiavano. 

Inoltre il 29 novembre 2010, la città statunitense ebbe il suo primo omicidio. Il residente Matteo Patrick Giovanditto, un insegnante in pensione di 58 anni, fu trovato strangolato nel suo letto. Dell’omicidio fu accusato l’allora 28enne David Israel Murillo, il quale dichiarò alle forze dell’ordine che Giovanditto l’aveva moleststo sessualmente. Ora Murillo sta scontando l’ergastolo.

Pochi giorni dopo, la cittadina fu teatro anche del primo suicidio. Dopo 14 ore barricato in casa, in uno stallo con la polizia, Craig Foushee, un uomo di 52 anni, si tolse la vita. Il gesto è stato ricollegato alla perdita del lavoro e al fallimento del matrimonio.

Infine, all’inizio del 2020, un altro episodio di cronaca nera ha scosso i cittadini locali. Il 16 gennaio, infatti, il 44enne Anthony Todt è finito sotto indagine per il presunto omicidio della moglie e dei suoi tre figli (successivamente formalizzato) avvenuto nella casa in affitto a Celebration.


Fallimento totale?

Probabilmente se questo progetto si fosse presentato come un semplice esperimento non avrebbe avuto un insuccesso così tanto grande. L’errore è stato piuttosto presentare la città come un mondo utopico, fantastico, al di fuori del mondo, capace di donare quella felicità che tutti affannosamente ricerchiamo.

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